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La fantasia è qualcosa da prendere molto sul serio

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Dal lettino dello psicoanalista le parole si alzano al cielo, confondendosi tra di loro, in alcuni casi ripetendosi, altre volte sorprendendosi. Un analizzante, quando si corica le prime volte sul lettino, scopre in fretta che le sue parole dicono molto di più di quello che pensava di sapere, superando la conoscenza stessa delle cose. Dietro di lui, seduto alle sue spalle, l’analista in silenzio ascolta e attraverso i suoi interventi, le sue interpretazioni, permette a quel racconto di procedere, di reiniventarsi di continuo. In analisi non c’è differenza tra fantasia e realtà, esiste solo la parola dell’analizzante.

Identità multiple

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Il suono del modem 56K è una di quelle cose che non puoi dimenticare (ma se vi serve un ripassino andate a rileggervi Psicostasia digitale).

Si collegava il computer alla presa del telefono e poi si faceva partire la connessione per avventurarsi in Internet. Qualche secondo di attesa, e di ansia, e poi si poteva cominciare la navigazione. Nell’altra stanza, o dietro le spalle, i genitori preoccupati per la bolletta del telefono e/o interessati a scoprire il favoloso mondo del nascente www.

The Visible Man

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Per un attimo Kemp rimase in silenzio, fissando la schiena di quella figura, affacciata alla finestra. Poi si alzò, colpito da un pensiero, prese il braccio dell’uomo visibile e lo allontanò di lì per togliergli la possibilità di guardare fuori. L’uomo cominciò a parlare1:

È la visibilità, bellezza!

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L’idea della visibilità, del vedere e dell’essere visti, se analizzata in termini distopici (Panopticon, Grande Fratello) o in termini di selfie e/o pov shot, rischia di essere ridotta unicamente ad aspetti negativi e di infettare il discorso intorno alla visibilità stessa.

Sogno di diventare invisibile e di non essere su Peeple

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Che cosa fareste se per un giorno, un giorno soltanto, poteste diventare invisibili? Se vi stanno venendo in mente solamente pensieri osceni e non vi osate a rispondere perché state leggendo questo post in ufficio non vi preoccupate, possiamo chiederlo a Google.

Uno. L’elefante invisibile agli occhi e la potenza ricombinatoria del web

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“La fantasia è una specie di macchina elettronica che tiene conto di tutte le combinazioni possibili e sceglie quelle che rispondono a un fine, o che semplicemente sono le più interessanti, piacevoli, divertenti”. 

Io non credo in Google

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No. Io non credo nell’esattezza di Google, nelle app che dicono di conoscerci meglio del nostro dottore, nelle immagini di Facebook, nelle pubblicità di Amazon. Non credo ai click, al numero di follower, ai big data. Non credo neanche alla geolocalizzazione e a tutti quegli algoritmi che pensano di sapere i nostri interessi prima ancora di averli espressi.