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VELOCE E TAGLIENTE LA CHIGLIA

·228 parole·2 minuti

Veloce e tagliente la chiglia
passa sopra a ogni conchiglia
chiusa nei bui fondali
miei esistenziali.

Io sorvolo dal ponte
scrutando l’orizzonte
che lontano mi porti
dai pensieri contorti.

Rapido voglio essere
a capir il malessere
di viver senza fiato
in un mondo alienato.

Che a star in apnea
si perde la marea
di odori del mondo
quelli che da sempre sondo.

Qui tutti corrono
e rincorrono,
alla cieca e sordi
immersi in luci e bagordi.

Senza sensi percettivi
esclamano di sentirsi vivi;
io, per intimo pudore,
non dico il dolore

che mi fanno così,
di qua, di là, di lì,
scattanti e sudati,
sporchi, ma profumati.

Eppur la velocità
arriva prima alla verità,
ma la direzione falsa
trasforma tutto in farsa:

il tempo è tiranno,
denaro e affanno;
l’indugio traccia
la via della bonaccia.

E a star fermi
ci trattan da vermi,
da emarginati esclusi
quasi da lasciar rinchiusi.

Vagare vagare
veloci andare.
Àndale àndale,
sicuro e docile;

di corsa, jalla jalla,
e la strada sarà bella,
liscia e deserta
e la vittoria certa.

Eppur se confusa
è la rotta, alla rinfusa
è meglio non andare
senza tempo per pensare.

Meglio riflettere, a specchio
come l’acqua mossa parecchio,
di sera al vento, che mostra
l’increspatura nostra,

delle stelle e della luna:
pensanti immobili e senza alcuna
fretta, riferimenti
solitari nei firmamenti.


Scritto da _Capitan Scoreggia | @cap_scoreggia